Pianse ed amò...per tutti!

200esimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi

Mi permetto di ricordare un anniversario temo più importante: cinquant'anni dalla strage del Vajont.

("strage" non è un errore di battitura, ovviamente)

Giuseppe Verdi giorno 10
Vajont giorno 9 crea un evento a parte

Quando saremo dimenticati ed i nostri discorsi sepolti, fosse anche tra mill'anni, pur allora sarà fulgidamente splendente l'astro del Cigno di Busseto

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi

nato povero di mezzi, ma ricco d'ingegno alle Roncole il 10 ottobre 1813
Musico sublime, grande Italiano, su ali dorate, va a lui il pensiero nel 200esimo della nascita, oggi il 10 ottobre 2013

Dopo la festa, la commemorazione, quindi adesso prima rispondo alle domande e considerazioni e poi posto un brano d'opera per chi vuole approfondire...

Fealoro ha scritto:Ma guai a ciavarghe un scheo...

Sicuramente era una persona molto oculata, forse tirchia? Vediamo assieme...
Ero sicuramente diventato ricchissimo (fu di diritto senatore del regno per censo, mentre avrebbe voluto la nomina per meriti artistici, cosa di cui si dispiacque), possedeva più di mille biolche di terra (più di 300 ettari) e ad esempio  per la sola Aida ricevette 150.000 franchi oro.
Si sa che trattava i suoi fittavoli da terziadri (1 terzo del prodotto è del contadino e i due terzi del padrone cioè suoi) invece che mezzadri (metà del prodotto a ciascuno).
Premesso che non so se fosse l'unico proprietario terriero del parmense ad avere terziadri o se lo facessero tutti però...

cito sole 3 cose, 2 famose, 1 che mi ha colpito...

un giorno un contadino mentre lo trasportavano all'ospedale di Piacenza, morì fuori della sua villa a Sant'Agata...Verdi dichiarò..."non è possibile che un contadino debba fare più di 20 km per farsi curare"...e costruì l'ospedale di Villanova D'arda.

la casa di riposo per musicisti anziani...Verdi acquistò un terreno a Milano con l'idea di fare la casa di riposo, ma non lo disse a nessuno.
A chi gli chiedeva rispondeva..."non so cosa ci farò, è un investimento"...fece completare la casa prima di morire, che seguì personalmente, ma la fece inaugurare solo dopo la sua morte..."così nessuno mi dovrà ringraziare"

Ovviamente esistono entrambe le istituzioni ancora adesso e la casa di riposo è forte dei diritti su tutta la sua musica

Infine nella sua villa si può vedere il libretto con i biglietti del treno dei quali aveva diritto per recarsi al parlamento prima a Torino, poi Firenze e Roma, mai usato..."perché non ho bisogno che mi si paghi il viaggio, sono già ricco abbastanza"

metto il collegamento con la pagina del suo testamento
Traetene le vostre conclusioni come meglio vi aggrada.

E infatti voglio sottolineare non tanto la tirchieria ma quanto l'oculatezza con cui amministrava i suoi beni, cosa che contrasta con il falso clichè generale dell'artista/genio poco incline ai peniseri pratici, che in Verdi non può essere più falso.

Poi se vogliamo discutere, l'atteggiamento paternalista tipico dell'alta borghesia è evidente. Ma non si può fargliene una colpa. E' tipico italiano.

No me pare che i nostri alti borghesi te fassa i ospedai e case di riposo, massimo na rotatoria

come sei piccolo borghese...

Cmq si, mille volte meglio un Verdi che un Quaquaraqua

Trovatore

Manrico il Trovatore, figlio della zingara Azucena, si innamora di Leonora che è amata anche dal Conte di Luna.
Leonora per non darsi al Conte di Luna si avvelena e muore tra le braccia di Manrico che nel frattempo era stato imprigionato dal suo rivale il Conte. Il Conte di Luna ordina perciò di giustiziare immediatamente Manrico. Scoprirà troppo tardi di aver fatto giustiziare il fratello che credeva morto.


Tra le tante arie celeberrime scelgo quanto ho in firma...

Quarto atto: Manrico è imprigionato, Leonora teme per la sua morte...

Aria: Miserere...quel suon quelle preci (è un link così vedete e ascoltate lo spezzone dell'opera):  

(Suona la campana dei morti)
Voci interne
Miserere d'un'alma già vicina
Alla partenza che non ha ritomo!
Miserere di lei, bontà divina,
Preda non sia dell'infernal soggiorno!

LEONORA
Quel suon, quelle preci solenni, funeste,
Empiron quest'aere di cupo terror!...
Contende l'ambascia, che tutta m'investe,
Al labbro il respiro, i palpiti al cor!

(Rimane assorta; dopo qualche momento scuotesi,
ed è in procinto di partire,
allorché viene dalla torre un gemito
e quindi un mesto suono: ella si ferma)

MANRICO
(dalla torre)
Ah, che la morte ognora
È tarda nel venir
A chi desia morir!...
Addio, Leonora!

LEONORA
Oh ciel!... sento mancarmi!

VOCI INTERNE
Miserere d'un'alma già vicina
Alla partenza che non ha ritorno!
Miserere di lei, bontà divina
Preda non sia dell'infernal soggiorno!

LEONORA
Sull'orrida torre, ah! par che la morte
Con ali di tenebre librando si va!
Ahi! forse dischiuse gli fian queste porte
Sol quando cadaver già freddo sarà!

MANRICO
(dalla torre)
Sconto col sangue mio
L'amor che posi in te!...
Non ti scordar di me!
Leonora, addio!

LEONORA
Di te, di te scordarmi!!...
Tu vedrai che amore in terra
Mai del mio non fu più forte;
Vinse il fato in aspra guerra,
Vincerà la stessa morte.
O col prezzo di mia vita
La tua vita io salverò,
O con te per sempre unita
Nella tomba io scenderò.

Siccome non interessa a nessuno saluto Beppino e non continuo.